Ogni libro ha una sua storia. Ogni storia il suo libro. Questa ha inizio l'11 luglio 2017.
Dopo otto ore di cammino (in salita fino a 902 m.) arriviamo in un paesino immerso nel verde. La Faba, il suo nome, dista più o meno a 250 km da Santiago de Compostela.
Poche case, campi coltivati a fianco, una fattoria e una tienda. Nient'altro, se non l'essenziale. Un passaggio in linea con il numero di abitanti, 20. Possibilità di alloggio pochissime. Solo due albergue. Scegliamo l'unico ancora libero. Altri ragazzi arrivati dopo di noi (nel tardo pomeriggio) dormono a terra nella chiesetta vicina, giusto per avere un tetto sopra la testa. Dormire sotto le stelle, infatti, può essere romantico, a tratti avventuroso, ma se il giorno dopo devi affrontare molti chilometri (in media 30 km al giorno) non è consigliabile.
Sistemati gli zaini di fianco al letto (segno che anche oggi ce l'abbiamo fatta a trovare un posto dove dormire) ci dirigiamo tutti, o quasi, alla fontana. Niente Wi-Fi, non c'è e in quel momento ci serve altro. Ad esempio acqua gelata, toccasana per piedi malconci. Non ci conosciamo, ma sul cammino si condivide tutto: il dolore, la gioia, le tappe. Ognuno parla del proprio percorso, della propria vita, dei propri acciacchi. Si ride.
Tornando dentro casa noto all'ingresso una piccola cassetta piena di ogni cosa. Tabacco, borracce, magliette, felpe, posate, gavette e un libro. Tutti oggetti lasciati da altri pellegrini desiderosi di alleggerire lo zaino. Ci dicono che possiamo prendere quello che vogliamo.
Anna nota il libro e lo prende in mano. Il Cammino di Santiago di Paulo Coelho, legge la trama. Le piace. Pensando al peso dello zaino, però, decide di lasciarlo (forse come il pellegrino precedente). Io non ci penso due volte e di nascosto lo infilo infondo allo zaino.
Arrivati a Santiago tiro fuori il libro e lo regalo ad Anna. Un peso in meno nello zaino, di certo, non avrebbe fatto nascere un sorriso in più.
Questa è la storia semplice di un libro speciale portato in spalla per 250 km, nonostante tutto. Questo è anche il racconto di un sorriso aggiunto ai tanti altri lungo il Cammino di Santiago.
Prof. RH Plus
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